Skip to main content

Della Color Analysis, o Analisi del colore, ho già parlato in un precedente post. Tuttavia l’enorme interesse che ha suscitato questo tema, obbliga a un’ulteriore riflessione. In rete sono disponibili molti articoli, ma i materiali sono spesso contraddittori, confusi e scorretti. Il risultato è che il lettore non sa bene cosa fare e come scegliere.

Partirò con il dire una cosa ovvia, ma che tanto ovvia non è. La Color Analysis non è un’invenzione italiana e nemmeno recente. I primi studi sugli effetti del colore risalgono al 1800. L’uso delle teorie pittoriche applicate agli individui ai primi del 1900. Ma è con l’epoca d’oro di Hollywood che vengono gettati i semi di quella che diventerà l’analisi della palette personale e successivamente la consulenza d’immagine vera e propria. Il merito è di Suzanne Caygill, la prima ad avere intuito che alcune famiglie di colori funzionano meglio su alcuni individui piuttosto che altri.

Carole Jackson e la Seasonal Color Analysis

Ma è con Carole Jackson, vera e propria pioniera in questo campo, che la Color Analysis diventa un servizio alla portata di tutti. Non più solo attori e personaggi del jet-set, ma anche casalinghe e studenti si sottopongono alle sue sessioni di Analisi del colore. Fatta questa doverosa premessa, c’è un secondo punto che è bene chiarire. Comunque la vogliate chiamare, la Color Analysis si basa sempre sullo stesso metodo. Quindi, se invece di Pippo comprate Topolino, il risultato che otterrete sarà sempre lo stesso. Vi chiederete perché allora usare nomi diversi? È solo marketing, bellezze.

La scelta del metodo usato, dipenderà da ciò che volete ottenere. Partendo dalla granitica certezza che tutte le teorie sull’Analisi del colore si basano sull’intuizione di Carole Jackson e sulla Seasonal Color Analysis, tutto ciò che viene dopo è semplicemente un’estensione di tale metodo. La Seasonal Color Analysis, che classifica le persone in Inverno-Primavera-Estate-Autunno, è di per sé sufficiente per identificare i propri colori personali. E non parlo di tre o quattro colori, che di per sé sarebbero già sufficienti per la maggior parte delle persone, ma di ben 30!

L’Analisi del colore: Flow Theory

È altrettanto vero, però, che alcuni individui presentano caratteristiche ambigue. Diciamo che sono un po’ delle “cuspidi dei colori”, ovvero sembrano oscillare tra più famiglie di colori spesso in contraddizione tra di loro. Questo accade per due ragioni, la prima è che lo spettro dei colori è un continuum (cioè non è a compartimenti stagni) e la seconda è che in queste persone una caratteristica che definisce la loro stagione è più marcata di altre.

In questi casi la Flow Theory è il metodo più indicato. Che cos’è la Flow Theory, quindi? Non è altro che la possibilità di far “fluttuare” alcune persone con determinate caratteristiche da una stagione all’altra. Capita così che questi individui, benedetti dalla sorte, possano indossare il nero tanto quanto il melanzana, l’arancione tanto quanto il viola e così via.

L’Analisi del colore: Tonal Theory

Naturalmente nel corso degli anni il numero delle teorie è cresciuto a dismisura, ma ancora una volta voglio mettervi in guardia. Che l’analisi sia a 4, 6, 12 o 48 combinazioni, il metodo è sempre lo stesso. La Tonal Analysis, per esempio, non è altro che un re-looking della Flow Theory, solo che invece di basarsi sulle stagioni, usa i criteri di chiaro/scuro, caldo/freddo, clear o muted. Insomma nello scegliere fatevi sempre guidare dalle vostre esigenze e non dalla pubblicità o dalle mode del momento.

Leave a Reply