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La vista è il principale organo di senso del nostro cervello e, come diceva Oscar Wilde, “non c’è una seconda occasione per fare un’ottima prima impressione”.

Le regole della comunicazione visiva

La dura legge dell’immagine non è scoperta recente, non è figlia del nuovo mondo digital e social ma viene dal passato. Quello che la rende ancora più indispensabile oggi è la “competizione” e la “quantità” di informazioni che ci vengono proposte ogni giorno: cartelloni, manifesti, banner, maxischermi, foto, video.

Il nostro cervello è molto più sollecitato di prima e “distinguersi” è sempre più difficile. Se questa necessità di essere differenti per essere notati deve anche contenere il messaggio e i valori del brand, che si tratti di grandi imprese o di piccoli laboratori artigiani, la comunicazione visiva diventa un elemento cruciale. E nella moda questa regola vale ancora di più. Il fashion styling non è più da considerarsi solo un obiettivo dei grandi marchi, ma deve essere il punto di partenza anche dei brand emergenti.

 L’immagine prima di tutto

Con un solo “colpo” da sparare, la scelta estetica diventa decisiva per centrare il target. Investire sull’immagine del proprio brand significa investire sulla capacità di coinvolgimento di quell’unico scatto.

Se pensiamo che gli occhi ci trasmettono il 90% degli stimoli e che il nostro cervello ha una velocità di elaborazione di meno di un decimo di secondo per decodificare una immagine, l’importanza del fashion styling è centrale nel processo della comunicazione di un brand. Il linguaggio visivo arriva al “cervello veloce”, ossia la parte che gestisce i nostri processi cognitivi e decisionali, in modo inconscio. L’immagine sbagliata veicolerà anche il contenuto sbagliato.

Il fashion marketing nell’era social deve raccontare le emozioni del marchio e dei prodotti, creare il contesto, incuriosire lo spettatore attraverso trame seduttive curate in ogni dettaglio. La forza della comunicazione pubblicitaria è letteralmente nelle mani del fashion stylist, del fotografo, del direttore creativo. Servizi fotografici, still life, video e publiredazionali sono gli ingredienti che compongono il bouquet dell’immagine che il brand vuole trasmettere di sé. 

Le immagini e la fiducia nel cliente. Occhio al boomerang

La grafica curata e l’utilizzo di immagini professionali trasmettono fiducia nel cliente. Uno shooting fotografico professionale non si limita a cogliere un’immagine ma a costruirla secondo criteri ben precisi, dalla scelta cromatica alla luce, dall’attenzione agli accessori ai particolari, secondo criteri tecnici che non si possono improvvisare. E d’altra parte il rischio che si corre è molto alto. Non si tratta infatti semplicemente di non centrare il bersaglio, ma di generare una percezione negativa negli occhi di chi guarda. E recuperare un’immagine negativa è una impresa complicata. 

Valorizzare prodotti nei settori della moda, dei cosmetici e degli accessori, inoltre, è una missione che principalmente ha come target di riferimento il pubblico femminile. Un target più attento e ricettivo rispetto alle sollecitazioni visive. Lascereste che un conducente autodidatta e alle prime armi si metta al volante della vostra nuova auto? 

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